Matilda De Angelis, vampira per Luc Besson: “Personaggio bolognese e un po’ punk” / Video

Bologna, 28 ottobre 2025 – Il regista francese Luc Besson è arrivato oggi a Bologna, direttamente dalla Festa del Cinema di Roma con Matilda De Angelis, per presentare al cinema Modernissimo il suo ultimo film ‘Dracula-L’amore perduto’ e incontrare il pubblico.

Un conte Vlad – qui principe – assetato d’amore più che di sangue, che aspetta 400 anni per poter riabbracciare la sua sposa Elisabeta. E che, nel frattempo, di secolo in secolo, vampirizza tante donne sperando di incontrare finalmente la sua amata reincarnata. Tra coloro che cadono davanti al suo profumato charme c’è anche Maria de Montebello, la prima vampira bolognese tra le fila delle creature mitologiche di tutti i tempi. E non perché è interpretata da Matilda De Angelis, nata all’ombra delle Due Torri, ma proprio perché Besson le ha dato questa conottazione.
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Besson, perché ha deciso che Maria sarebbe stata di Bologna?
"Quando Matilda mi ha detto che era di Bologna, ho deciso che Maria sarebbe stata di questa città. Per me è stato un modo per aiutarla, per darle degli spunti, perché avrebbe magari potuto utilizzare qualcosa che aveva già dentro di sé per caratterizzare il personaggio, anche se poi non si vede esplicitamente. Ma la mia scelta di Matilda è avvenuta dopo aver parlato con lei e aver capito che sarebbe stata bene nella squadra di attori che ho scelto, un team coeso con Caleb Landry Jones, Christoph Waltz, Guillaume de Tonquédec e Zoe Bleu".
Matilda, cosa ha utilizzato del suo essere bolognese per questo personaggio molto esuberante?
"Senza voler generalizzare penso che Bologna sia una città di persone vivaci, allegre e un po’... ecco punk, come mi suggerisce Luc. Maria è così e anche se non ho pensato a nulla di specifico, la mia anima e la sua si sposano inconsciamente bene".

Besson, che studio ha fatto sul suo Vlad che riporta in auge anche l’immaginario gotico?
"È importante sottolineare che il Gotico non è qualcosa che si sceglie e si impone al film, arriva direttamente dalla scrittura. Vlad è immortale, attraversa cinque secoli e quindi ha il tempo che vuole. Da qui siamo arrivati a pensare che sarebbe stato lungo, i suoi gesti sarebbero stati lunghi. Non può attaccarsi alle persone perché muoiono, e allora si attacca all’arte, perché non muore, alla bellezza, alla musica, alle stoffe, agli anelli e tra la lentezza e questo amore per l’arte, ecco che diventa un dandy. Con la personalità così fortemente tratteggiata abbiamo lavorato con i disegnatori alla ricerca del colore perfetto per rappresentare il suo mondo e abbiamo scelto il viola, perché il rosso sapeva troppo di sangue e il nero era troppo cupo. Facendo le scene con il viola abbiamo scoperto che il rame stava molto bene in contrasto. Dopo questo abbiamo pensato a una grande libertà architettonica data dalle sue conoscenze, di grande viaggiatore. Il viola, il rame, l’architettura danno vita a un barocco che poi sfocia nel gotico".
Il film ci regala la sua nota visionarietà e una grande ricerca estetica attraverso i costumi, la musica di Danny Elfmann, le scenografie, l’animazione dei Gargoyle che divengono i servitoridi Vlad. La sua guida è ancora la fantasia?
"Senza voler essere pretenzioso, mi ritengo un artista ma soprattutto un artigiano. Non mi piace lavorare in ’stile Ikea’: io faccio un film ogni due anni cercando di realizzare un lavoro di fino, con una bella squadra di amici, dove ognuno fa la sua parte con precisione. Per quello che riguarda i costumi mi sono ritrovato in studio coi miei assistenti ad attaccare sul muro costumi di tutti i secoli, dal XIV al XVII ed è stato pazzesco notare l’evoluzione ad esempio dei vestiti che diventavano sempre più corti e dei capelli, sempre più alti. E i pantaloni nei secoli si sono invece allungati e attillati".
Siete due generazioni diverse: quando avete letto il libro di Bram Stoker?
"Avevo 15 anni – ricorda Besson – quando lo lessi la prima volta e ricordo di non averlo finito. Ora l’ho riletto e mi sono concentrato sull’amore puro che prova questo uomo per la moglie".
"L’ho letto al liceo, ma Bram Stoker non è esattamente il mio gusto – ammette Matilda –: Luc, però mi ha fatto rinnamorare della storia".
İl Resto Del Carlino



